A
tutti Dio distribuisce equamente i suoi doni
Amici
e fratelli miei, non siamo economi cattivi dei beni che ci sono
stati affidati, per non sentirci dire: "Vergognatevi, voi che
trattenete gli altrui beni; imitate la giustizia di Dio e non
vi saranno più poveri". Non affatichiamoci per ammassare e tenere
in serbo allorché altri sono sfiniti dalla fame; così non meriteremo
il rimprovero amaro e la minaccia del profeta Amos: State a sentire
voi che dite: quando passerà il mese, per vendere le merci, il
sabato per aprire i magazzini del grano? (Am 8,5)... Imitiamo
la legge sublime e primaria di Dio che fa sorgere il suo sole
sopra i cattivi e sopra i buoni e fa piovere sui giusti e sugli
ingiusti (Mt 5,45). Egli rende padroni di immense pianure, di
sorgenti, di fiumi, di foreste tutti coloro che vivono sulla terra.
Per tutte le specie di uccelli crea l'atmosfera, e l'acqua per
gli animali acquatici. Per la vita di tutti, fornisce in abbondanza
le risorse fondamentali che non possono essere né accaparrate
dai forti, né misurate da leggi, né delimitate da barriere; ma
egli le dispensa a tutti in modo che nulla manchi a nessuno. Così
Dio afferma l'uguaglianza nella natura mediante la giusta distribuzione
dei suoi doni, così egli mostra la ricchezza della sua bontà.
Gli uomini, invece, allorché ammassano oro, argento, vesti tanto
lussuose quanto inutili, diamanti e cose simili che provocano
le guerre, la discordia e la tirannia, sono presi allora da folle
arroganza, sbarrano il cuore alle sofferenze dei fratelli e non
acconsentono neppure a concedere ad essi un po' del superfluo
perché abbiano di che vivere. Meschina aberrazione! Nemmeno sono
capaci di comprendere che povertà e ricchezza, condizione libera
- come si dice - e stato servile, come altre categorie analoghe,
si formarono tardi nelle comunità umane ed esplosero come epidemie
contemporaneamente al peccato di cui esse erano le conseguenze,
Ma al principio non fu così (Mt 19,8). Al principio, il Creatore
lasciò l'uomo libero e signore di sé, tenuto a un unico comandamento
e ricco delle delizie del paradiso. Dio voleva questo per tutto
il genere umano nato dal primo uomo. Libertà e ricchezza dipendevano
dall'osservanza di un solo comandamento. La violazione di esso
ebbe come conseguenza la vera povertà e la schiavitù. Da quando
gelosia e dispute sono esplose per la maliziosa tirannia del serpente
che ci seduce con il piacere e che spinge i più forti contro i
più deboli, la famiglia umana si è lacerata in nazioni estranee
le une alle altre. L'avarizia ha soppiantato la naturale generosità
e si è servita della legge per dominare con la forza. Tu però,
considera l'uguaglianza originaria e non le divisioni successive,
la legge del Creatore e non quella dei potenti. Aiuta la natura
per quanto puoi, onora la libertà delle origini, rispetta la tua
persona, proteggi la tua razza contro il disonore, soccorrila
nelle infermità, sostienila nella povertà... Non cercare di distinguerti
dagli altri se non per la tua bontà. Fatti Dio per gli infelici,
imitando la divina misericordia.
Gregorio
Nazianzeno, L'amore per i poveri, 24-26
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