Giovanni Crisostomo

(344?-407)

                                                                    



Il vincolo della pace

Paolo vuole che i cristiani siano legati l'uno all'altro, e non solo che vivano in pace e non solo che si amino, ma che tutti siano un'anima sola. È bello questo vincolo: da questo vincolo veniamo legati a vicenda e con Dio. Non tormenta, non stringe la mani avvinte questo legame, ma le lascia libere e le fa spaziare in un ampio ambito, che rende più sicuri di coloro che sono liberi. Chi è forte ed è legato a un debole, lo sorregge e non gli permette di venire meno; e anche se fosse avvinto a un pigro, lo eccita con più forza. Infatti il fratello aiutato dal fratello, dice la Scrittura, è come una città fortificata (Pr 18,19). Questa catena non può essere ostacolata né dalla distanza né dal cielo né dalla terra né dalla morte né da null'altro, ma a tutto è superiore e di tutto è più forte; essa, nata da una sola anima, può avvincere molti assieme. Ascolta dunque Paolo che dice: Davvero non siete allo stretto in noi, ma nelle vostre viscere, sì, siete ristretti! Dilatatevi anche voi! (2Cor 6,12-13). Ma che cosa può distruggere questo legame? L'amore delle ricchezze, del potere, della gloria e di altre realtà simili; lo allenta e lo spezza. Ma che fare, perché non venga rotto? Se vengono tolti di mezzo questi impedimenti e se ciò che distrugge l'amore non reca nessun disturbo. Ascolta il Cristo che dice: Quando sovrabbonderà l'iniquità, si raffredderà l'amore dei più (Mt 24,12). Nulla è così contrario all'amore come il peccato, e non parlo dell'amore verso Dio, ma anche di quello verso il prossimo. "Perché dunque i malviventi sono in pace tra di loro" mi si dice. Ma quando? dimmi, lo sono? Certo, quando non si comportano da malviventi. Infatti, se verso quelli con cui dividono il bottino non osservano la legge della giustizia, se a ciascuno non viene dato ciò che è giusto, troverai anche tra di loro contesa e guerra. Così tra i cattivi non si può trovare la pace; e invece la si può trovare ovunque dove si vive nella giustizia e nella virtù. Ma che? I rivali vivono in pace? Certamente no. Ma di chi vuoi ch'io parli? L'avaro non sarà mai in pace con l'avaro: se non ci fossero in mezzo tra di loro i giusti e i mansueti da loro angariati, la loro stirpe si farebbe a pezzi. Come due fiere crudelmente affamate si sbranerebbero a vicenda se non vi fosse tra di loro alcunché che possa venire da loro divorato, così avverrebbe degli avari e dei malvagi. Così non è possibile che la pace sussista se non prospera prima la virtù. Costruiamo una città, se lo vuoi, per tutti gli avari, e tutti abbiamo uguali prerogative, e nessuno condanni l'ingiustizia, ma tutti commettano ingiustizia: può sussistere quella città? No certo! E hanno pace gli adulteri? Non ne troveresti neppure due che vanno d'accordo. E ancora, non c'è altra causa di ciò se non che l'amore si è raffreddato; e il fatto che l'amore si è raffreddato è la causa per cui sovrabbonda l'iniquità. Ciò conduce all'egoismo, lacera e divide il corpo, lo fiacca e lo fa a pezzi. Ma dove vi è la virtù, essa agisce all'opposto: l'uomo virtuoso è superiore alle ricchezze. Perciò anche se mille vivessero in povertà, possono essere pacifici; ma gli avari, anche fossero due soli, non possono mai essere in pace... Perseguiamo l'amore (1Cor 14,1). L'Apostolo non ha detto semplicemente "amiamo", ma "perseguiamo". C'è bisogno infatti di una grande cura: presto svanisce, è veloce a recedere: molte cose nella vita gli sono esiziali. Se però lo perseguiamo, non riuscirà ad allontanarsi, ma subito lo trarremo a noi. L'amore di Dio ha unito la terra al cielo; l'amore di Dio ha posto l'uomo sul trono regale; l'amore di Dio ha mostrato Dio sulla terra; l'amore di Dio ha reso schiavo il Padrone; l'amore di Dio ha fatto sì che per i nemici fosse sacrificato il Prediletto, per gli odiatori il Figlio, per i servi il Padrone, per gli uomini Dio, per gli schiavi il Libero. E non si è fermato qui, ma ci ha chiamati a beni più grandi: non solo ci ha liberati dai precedenti mali, ma ci ha promesso di darci molto di più. Ringraziato Dio di tutto ciò, seguiamo ogni virtù e con ogni cura avanziamo nell'amore, affinché siamo degni di raggiungere i beni promessi, per la grazia e la bontà del Signore nostro Gesù Cristo; e a lui col Padre e lo Spirito Santo gloria, potenza e onore, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.

Crisostomo Giovanni, Omelie sulla lettera agli Efesini, 9,3-4



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