Maldicenza
e giudizi sul prossimo
Di
quanti mali siamo carichi e non ce ne accorgiamo! Ci mordiamo
a vicenda, ci divoriamo a vicenda, offendendoci, accusandoci,
calunniandoci, afflitti dalla gloria del prossimo. E osserva un
fatto grave: quando qualcuno vuole offuscare la fama di qualche
prossimo, dice: "Un tale ha detto questo sul suo conto", oppure:
"Dio, perdonami, non indagare: non posso far a meno di dire ciò
che ho udito". Ma perché lo dici se non ci credi? Perché ne parli?
Perché cerchi di farlo credere, facendo tanto rumore? Perché diffondi
un discorso che non è vero? Tu non ci credi, e supplichi Dio di
non giudicarti? Non parlare, ma taci, e sarai libero da ogni timore!
Non so proprio da dove sia piombata tra gli uomini questa malattia:
siamo chiacchieroni, nulla resta fermo nella nostra anima. Ascolta
un saggio che ci esorta dicendoci: Hai udito una parola? Muoia
in te; sta' tranquillo: non ti farà scoppiare, e ancora: Lo stolto
udì una parola ed ebbe le doglie: come una partoriente davanti
alla faccia di un infante (Sir 19,10-11). Siamo pronti ad accusare,
siamo preparati a condannare. Se non avessimo fatto altro male,
questo è sufficiente per rovinarci e per spedirci nella geenna:
questo ci avvolge tra mille mali. E perché lo comprenda bene,
ascolta il profeta che dice: Ti sei seduto e hai parlato contro
il tuo fratello (Sal 49,20). "Ma non io" si dice, "è stato quello!".
Invece proprio tu: se tu non avessi parlato, un altro non avrebbe
sentito; e se pur avesse altrimenti sentito, tu non saresti la
causa del male. Bisogna coprire, bisogna nascondere le mancanze
del prossimo; tu invece le snoccioli col pretesto di amare la
virtù! Non ne risulti un pubblico accusatore, ma un chiacchierone,
uno sventato, un pazzo. Che valentia! Copri te stesso di vergogna,
insieme con l'altro, e non te ne accorgi! Guarda quanti mali nascono
da ciò: irriti Dio, danneggi il prossimo e ti rendi meritevole
di castigo. Non odi Paolo che dice parlando delle vedove: Si abituano
non solo ad essere oziose, ma ciarliere e curiose, ad andare intorno
per le case e a parlare di cose sconvenienti (1Tm 5,13)? Perciò,
anche se credi a ciò che si dice di tuo fratello, non c'è bisogno
che ne parli; tanto più se non ci credi. Tu guardi sempre a te
stesso, e sei nel timore di venir esaminato da Dio? Temi dunque
di venire esaminato sulla maldicenza! Qui non puoi dire: "Dio
non indagare la mia maldicenza!": è precisamente maldicenza! Perché
hai diffuso la chiacchiera? Perché hai accresciuto il male? È
qualcosa che ci manda in rovina! Per questo Cristo ha detto: Non
giudicate, per non essere giudicati (Lc 6,37). Noi non abbiamo
nessuna delle sue ragioni, eppure ciò che avvenne al fariseo non
ci fa ravvedere! Quegli aveva esposto un fatto vero, cioè: Non
sono come questo pubblicano (Lc 18,11); e parlava mentre nessuno
l'ascoltava: eppure fu condannato. Se fu condannato uno che diceva
la verità e che parlava senza che nessuno lo ascoltasse, che pena
soffriranno quelli che diffondono ovunque menzogne di cui neppure
loro sono convinti, come vecchie ciarliere? Che castigo non dovranno
sostenere? Mettiamo dunque una porta e una sbarra alla nostra
bocca; molti mali nascono dalla maldicenza: vengono sconvolte
case, vengono spezzate amicizie, e succedono mille altri guai.
Non ingerirti nei fatti del prossimo, o uomo! Ma ti piace parlare
e hai questo debole? Parla a Dio delle tue cose: non sarà più
un difetto, ma un vantaggio; parla delle tue cose a chi ti è veramente
amico, a chi è giusto, a coloro in cui hai fiducia, perché preghino
per i tuoi peccati. Se parli delle faccende altrui, non ne hai
giovamento, non ne hai guadagno, ma rovina; se esponi le tue al
Signore, ne hai una grande ricompensa. È detto infatti: Dissi:
Esporrò al Signore, contro di me, la mia iniquità; e tu prosciogliesti
l'empietà del mio cuore (Sal 31,5). Vuoi giudicare? Giudica ciò
che ti riguarda: nessuno ti accusa se tu condanni te stesso; ti
accusa invece se non ti condanni, ti accusa se non ti rimproveri,
ti accusa se non soffri. Vedi qualcuno che si adira, che si irrita
o che fa qualche altro male? Subito rifletti alle tue faccende,
e così non condannerai lui e libererai te stesso dal peso dei
peccati. Se imponiamo questo ritmo alla nostra vita, se diamo
questa impronta al nostro agire, se condanniamo noi stessi, probabilmente
non commetteremo molti peccati, compiremo molte opere buone, saremo
abili e misurati e godremo di tutte le promesse fatte da Dio ai
buoni: e ci sia dato di raggiungerle per la grazia e la misericordia
del Signore nostro Gesù Cristo; a lui, insieme al Padre e allo
Spirito Santo sia gloria, potenza e onore, ora e sempre e nei
secoli dei secoli. Amen.
Crisostomo
Giovanni, Omelie sulla lettera agli ebrei , 21,3-4
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