Ambrogio di Milano

(339-397)

                                                                    



Buon uso del potere

E il diavolo lo condusse su un monte altissimo, e gli mostrò tutti i regni del mondo nello spazio di un istante (Lc 4,5). Ben a proposito in un istante vengono mostrate tutte le cose della terra e degli uomini. Qui infatti non viene indicata tanto la rapidità della visione, quanto la fragilità di una potenza caduca: davvero, in un istante, tutto passa, e spesso gli onori del mondo se ne vanno prima d'essere giunti. Che vi può essere in questo mondo che abbia lunga durata, quando i secoli stessi non hanno che una breve estensione? Ci viene insegnato qui a resistere all'impeto della vana ambizione, dal momento che ogni dignità terrena è soggetta al potere del diavolo, inconsistente e vuota di utilità. Ma come può avvenire che qui il diavolo dia il potere, mentre tu altrove leggi che ogni potere viene da Dio (Rm 13,1)? Forse qualcuno può servire a due padroni, o ricevere il potere da due? C'è dunque una contraddizione? Niente affatto: sta' certo, ogni cosa viene da Dio. E invero, senza Dio non c'è il mondo, perché il mondo è stato fatto per mezzo di lui (Gv 1,10); ma, sebbene sia stato fatto da Dio, le opere del mondo sono malvagie, perché il mondo è in mano al Maligno (cf. 1Gv 5,19): l'ordinamento del mondo proviene da Dio, le opere del mondo provengono dal Maligno. Nello stesso modo il potere viene da Dio, ma l'ambizione del potere dal Maligno... È bene dunque usare del potere, ricercare un incarico? È bene se lo si riceve, non è bene se lo si strappa. Tuttavia distingui anche questo stesso bene; perché altro è il buon uso secondo il mondo, altro quello della perfetta virtù; è bene infatti che il vivo desiderio di conoscere Dio non sia ostacolato da alcuna occupazione. Poiché sebbene vi siano molti beni, tuttavia una sola è la vita eterna: e la vita eterna consiste in questo, che conoscano te solo vero Dio, e colui che hai inviato, Gesù Cristo (Gv 17,3). Perciò il massimo bene è la vita eterna, di cui è Dio il rimuneratore. Adoriamo quindi il solo nostro Dio e Signore, serviamo a lui solo, affinché ci ricompensi con doni ricchissimi; fuggiamo tutto ciò che è soggetto ai potere del diavolo, affinché come un cattivo tiranno non usi contro coloro che troverà nel suo regno la crudeltà del potere che gli è stato concesso. Il potere non viene dunque dal diavolo, ma è soggetto alle insidie del diavolo. E ciò nondimeno, non si tratta di cattivo ordinamento dei poteri per il fatto che i poteri sono soggetti al male. Così, è bene cercare Dio, ma qualche errore e sofisma può insinuarsi nella ricerca. Se chi cerca Dio è spesso tentato dalla debolezza della sua carne e dai limiti della sua intelligenza, quanto più lo sarà chi cerca il mondo. Questa ambizione è più dannosa perché si diventa carezzevoli per farsi dei meriti. Spesso l'ambizione rende colpevoli coloro che nessun vizio aveva potuto allettare, che la lussuria non aveva potuto corrompere, che l'avarizia non aveva potuto piegare. Essa si procura i favori di chi sta al di fuori, porta il pericolo di dentro; prima diventa serva per poi dominare gli altri. Si inchina all'ossequio per essere onorata e, mentre ambisce di salire più in alto, si finge umile poiché nel potere ciò che si vede è solamente quello che sta in superficie; infatti si comanda con le leggi agli altri, ma si serve a se stessi.

Ambrogio, Commento al vangelo di san Luca, 4,28-31



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