|
|
Martiri
della UCA
16
novembre 1989
Il
16 novembre 1989, vennero uccisi dentro l'Università Centro Americana
(UCA) di San Salvador 6 sacerdoti gesuiti, dottori della fede
e della pace con giustizia. Teologi e pastori della liberazione,
padri dei poveri. Profeti della speranza nel Salvador crocefisso.
Con loro furono uccise due donne del popolo, credenti nel Dio
della vita.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Amando
López
Amando
López aveva 53 anni, era nato in Spagna aveva studiato
teologia in Irlanda e conseguito il dottorato in Scienze della
Religione in Francia. Rettore del seminario interdiocesano di
San Salvador, vi aveva introdotto riforme sostanziali. In seguito
rettore del Collegio Centroamericano e dell'UCA di Managua, in
Nicaragua. Il suo carisma fu il dono del consiglio, dell'allegria
e della tenerezza.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Ignacio
Martín-Baró (Nacho)
Ingacio
"Nacho" Martí-Baró aveva 47 anni, spagnolo,
era stato novizio in El Salvador e studente di scienze umane e
filosofia in Ecuador e Colombia, di teologia in Germania e Belgio.
All'UCA ottenne la licenza in Psicologia Sociale e il dottorato
negli Stati Uniti. Pubblica 11 libri e innumerevoli articoli.
Vice-rettore accademico, maestro degli psicologi salvadoregni,
visse attento alla problematica dei popoli, alle conseguenze psicosociali
della violenza, alla religiosità liberatrice.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Ignacio
Ellacuría
Ignacio
Ellacuria aveva 59 anni, nativo spagnolo, salvadoregno di adozione
come i suoi compagni di martirio, da quando, a 19 anni, entrò
nel noviziato di Santa Tecla. Dottore in Filosofia, teologo, rettore
dell'UCA da 10 anni. Il suo rigore intellettuale, la sua chiarezza
nell'analisi della realtà, la sua creatività per
soluzioni profonde e immediate, lo resero interlocutore obbligato
di religiosi, intellettuali e politici e la sua fama trascese
le frontiere centroamericane. Invitato a congressi e conferenze,
ricevette molti riconoscimenti all'estero, di cui approfittò
per reclamare giustizia per il suo popolo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Joaquín
López y López
Joaquín
López y López aveva 71 anni ed era l'unico nativo
salvadoregno. Aveva studiato negli Stati Uniti e in Spagna. La
sua vita era trascorsa tra il Collegio San José e la UCA
dei primi tempi; negli ultimi vent'anni si era dedicato a "Fe
y Alegria". Grazie a questa istituzione 48 mila bambini e
adolescenti, avevano ricevuto una educazione e formazione tecnica
in 30 centri.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Segundo
Montes
Segundo
Montes, di 56 anni, era spagnolo. Dottore in Antropologia Sociale,
educatore per vocazione, scrittore. Dal 1984 si dedicava instancabilmente
ai profughi di guerra che visitava in Honduras, Nicaragua e negli
Stati Uniti. Il suo lavoro scientifico e umanitario attirò
l'attenzione internazionale. I suoi scritti e le sue conferenze
svelavano la cruda realtà salvadoregna.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Juan
Ramón Moreno Pardo (Pardito)
Juan
Ramón Moreno Pardo di 56 anni era spagnolo. Aveva studiato
filosofia in Ecuador e teologia negli Stati Uniti. La sua intelligenza
e acutezza gli avevo permesso di acquisire una vasta cultura.
Formatore di studenti, seminaristi e novizi, fu anche un instancabile
predicatore di esercizi spirituali.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Elba
Julia Ramos
e sua figlia Celina Maricet Ramos
Elba
Julia Ramos, di 42 anni, era domestica e cuoca della comunità
gesuitica. Madre di due figli, era sposata con Obdulio, il tuttofare
della comunità. Discreta, intuitiva, sempre disposta al
servizio, la sua risata rallegrava la cucina e l'animo di tutti.
Sua figlia Celina, di 16 anni, aveva appena conseguito il baccellierato.
Attiva e sportiva era prossima a sposarsi. Quella notte, per timore,
dormivano entrambe nella casa della comunità.
|
|
|
|