Mons. Samuel Ruiz García

 


Dalla Cattedrale della Pace
a due mesi dalla sollevazione zapatista


Alla comunità della diocesi di San Cristobal de Las Casas,
a tutto il popolo chiapaneco, a tutti i messicani.

Abbiamo vissuto con grande emozione questi giorni dell'anno incorso, palpando con le nostre mani ed essendo testimoni privilegiati di avvenimenti che onorano la nostra storia.

Tutti noi stiamo vivendo la storia e stiamo costruendo la storia. Siamo nuche testimoni di azioni compiute da forze nascoste e ciniche che si oppongono al cammino della storia. C'è chi si impegna perché non ci sia né progresso né evoluzione storica, bensì staticità ed involuzione. Ci sono persone che concepiscono ed accettano il progresso ed il cambiamento solo quando favorisce le proprie ambizioni personali ed egoiste.

C'è anche il pessimismo sulle possibilità di cambiare e di trasformare la storia, come gli avvenimenti ed il momento presente esigono da parte di coloro che sono responsabili della notte oscura del nostro passato.

Per i cristiani questa tappa della storia appare un autentico "Kairos" un tempo di salvezza, un grande arcobaleno storico nella costruzione del Regno di Dio, una convocazione di tutti, così come gli indigeni chiedono con insistenza: "che tutti prendano parte attiva". I futuri accordi di pace non saranno (e nessuno li ha pensati così) il risultato delle discussioni avvenute tra due parti attorno ad un tavolo, per quanto sincere siano state e per quanto forte sia stata la reciproca comprensione.

E' stato avviato un dialogo che si svolge davanti agli occhi di tutti e per il quale il governo ha nominato una speciale commissione per la pace. Un dialogo dove noi tutti, testimoni nazionali ed internazionali, siamo stati inclusi come invitati seduti allo stesso tavolo. Questa partecipazione (richiesta dalle etnie indigene del nostro paese) significa non tanto reclamare la parte che ci spetta "nel banchetto del bene comune", quanto invece dare il nostro contributo perché questo bene comune sia il risultato della fatica di tutti.

La certezza per la costruzione di una autentica società democratica ci sarà quando questa società assumerà come misura della partecipazione la partecipazione dei più emarginati, perché loro possiedono la maggiore riserva di autentici "valori": i valori dello spirito. I nostri fratelli indigeni stanno pretendendo il diritto di contribuire al banchetto della civilizzazione con il vino annoso dei loro valori ancestrali conservati per secoli nei meandri della storia dell'umanità, in cambio solo di rimanere seduti li, nel posto che a loro spetta.

Le loro richieste, esaminate a fondo, non sono altro che richieste di giustizia e di dignità umana.

Cattedrale della Pace!

Mai questo tempio fu onorato con tanta abbondanza di sincerità, con tanta sete di responsabilità storica, con tanta convergenza di forze sociali, con tanta speranza profetica di storia per i secoli che verranno con tanto entusiasmo di lavoro collettivo, con tanta irruzione dello Spirito del Signore della storia nella nostra storia, con tanta ammirazione da tutto il mondo, con tante possibilità di nuovi percorsi. con tanta gioia ripiena di frutti che fanno pregustare una "nuova società".

Il nostro Chiapas, angolo del Sud - Est dove comincia il nostro Messico verso il Nord, per lunghi anni ha elargito le sue ricchezze al resto del paese senza poter avere qualcosa per la sua gente. Ora continua ad elargire la speranza per la nascita di un paese nuovo, camminando con sicurezza verso la costruzione della pace!

La pace è un dono di Dio, ma è anche una conquista dell'uomo! Per annunciare la pace, prima, la si deve costruire.

S. Cristobal de Las Casas Chiapas 2 Marzo 1994

+ Samuel Ruiz Garcia, Vescovo



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