di
Emma Nuri Pavoni
Nonostante
che nei paesi industrializzati l’utilizzo di potenti farmaci antiretrovirali
abbia conseguito notevoli progressi, riducendo considerevolmente
l’indice di mortalità dovuto all’AIDS, nelle regioni più
povere del mondo gli attuali sforzi di prevenzione e attenzione
risultano insufficienti.
L’epidemia
mondiale di AIDS non mostra segni di cedimento. Il numero delle
infezioni di HIV e morti per AIDS è più alto che
mai. Soltanto lo scorso anno, 5 milioni di persone risultarono
sieropositive e tre milioni morirono a causa dell’AIDS in tutto
il mondo, la cifra più alta mai registrata. Questi dati
sono presenti nel documento "Situazione dell’epidemia dell’AIDS.
Dicembre 2003", un nuovo rapporto esauriente sull’epidemia
mondiale di HIV/AIDS che hanno presentato il programma comune
delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS (ONU AIDS) e l’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) in vista della celebrazione
della giornata mondiale dell’AIDS.
Attualmente
in Africa meridionale un adulto su cinque vive con l’HIV/AIDS,
il tasso più alto registrato dall’inizio dell’epidemia.
Sebbene i tassi d’infezione variano ampiamente da un paese all’altro
nell’Africa sud Sahariana (da meno dell’1% in Mauritania fino
a quasi al 39% in Botswana e Zambia) l’ampiezza dell’epidemia
manifesta che l’HIV/AIDS si sia consolidato nella maggior parte
dei paesi della regione.
In
alcuni questi paesi gli alti livelli di mortalità per AIDS
coincidono ora con l’elevato tasso di nuove infezioni, creando
un circolo di malattia e morte dovute in gran parte alla mancanza
quasi assoluta di programmi di prevenzione e trattamento antiretrovirali
di grande portata.
Secondo
il nuovo rapporto, in tutto il mondo vivono con l’HIV circa 40
milioni di persone (da 34 a 46 milioni) inclusi 2,5 milioni (da
2,1 a 2,9 milioni) di bambini con meno di 15 anni. Si stima che
nel 2003 circa 5 milioni di persone (da 4,2 a 5,8 milioni) si
infettarono con HIV e 3 milioni di persone morirono a causa dell’AIDS
nel mondo intero. Gli estremi delle stime definiscono i limiti
dentro i quali si trovano le cifre reali, sulla base della miglior
informazione disponibile: di 3 milioni di nuove infezioni e 2,3
milioni di disfunzioni da AIDS. Nel 2003, si stimarono circa 14.000
nuovi casi al giorno di infezioni per HIV. Più del 95%
di queste persone vivono nei paesi con basso e medio reddito.
"Le
ripercussioni sociali ed economiche più devastanti dell’AIDS
devono ancora arrivare," ha segnalato nel rapporto il Dr.
Piot, Direttore esecutivo dell’ONU AIDS. "L’accesso generalizzato
al trattamento mitigherebbe in forma molto apprezzabile l’impatto
devastatore dell’AIDS, che colpisce tutti i settori, dall’agricoltura
fino alla difesa nazionale. Se vogliamo avere una vera opportunità
di ridurre il numero delle nuove infezioni, bisogna ampliare in
forma radicale gli efficaci programmi di prevenzione del HIV".
L’epidemia
è particolarmente devastante per le donne in Africa, dove
hanno più probabilità di ammalarsi che gli uomini.
Tra le giovani, questa differenza è più alta: le
donne giovani di 15-24 anni hanno fino a due volte e mezzo più
probabilità di infettarsi che i loro coetanei maschi.
Nonostante
siano evidenti gli sforzi continui delle organizzazioni per combattere
il virus a livello mondiale, questi sono chiaramente insufficienti
per un epidemia che cresce vertiginosamente. Infatti il rapporto
sottolinea la rapida diffusione del HIV in molte regioni del mondo.
Una nuova ondata di epidemia sta minacciando la Cina, l’India,
I’Indonesia e la Federazione Russa, principalmente come conseguenza
della trasmissione dell’HIV attraverso il consumo di droghe intravenose
e pratiche sessualmente pericolose. Nel nuovo rapporto di ONU
AIDS e OSM vengono indicati chiaramente molti segnali di allerta
secondo cui l’Europa Orientale e l’Asia Centrale potrebbero diventare
il centro di nuove gravi epidemie di HIV. In queste regioni i
tassi di prevalenza continuano a crescere e non mostrano segni
di cedimento. I giovani risultano tra i gruppi della popolazione
più gravemente colpiti dal virus in questa parte del mondo.
Sebbene tra costoro i maschi siano i più colpiti, il 33%
delle persone infettate alla fine del 2002 erano donne, mentre
l’anno precedente raggiungevano solo il 24%. Nonostante la continua
crescita dell’infezione per HIV, in queste regioni si sta attuando
poca divulgazione preventiva, quale l’educazione alle relazioni
sessuali protette o l’adozione di pratiche d’iniezione più
sicure. L’epidemia sta così crescendo in zone nelle quali,
fino a poco tempo fa, l’HIV non era presente, come nel caso di
molte regioni in Asia e nel Pacifico. Il rapido e recente aumento
delle infezioni prodottosi in Cina, Indonesia e Vietnam mette
in evidenza come un epidemia può sorgere repentinamente
in qualsiasi luogo dove esiste un rilevante consumo di droghe
assunte per via intravenosa e, come nel caso dell’Europa Orientale,
indicano l’urgente necessità di intensificare gli sforzi
di prevenzione prima che l’epidemia si estenda sempre più
nei gruppi ad alto rischio.
Nel
documento "Situazione dell’epidemia dell’AIDS. Dicembre 2003"
si sottolinea che la risposta all’HIV/AIDS, per mezzo di costi
e azione politica, è aumentata drasticamente negli ultimi
anni, ma i progressi realizzati continuano ad essere molto piccoli
e lenti per rispondere adeguatamente alla crescente epidemia mondiale.
Il rapporto indica che è urgentemente necessario ampliare
rapidamente l’accesso al trattamento per aiutare ad evitare gli
effetti devastanti dei milioni di casi infermità e di morte
prevedibile.
FARMACI
ANTIRETROVIRALI PER TUTTI
Due
agenzie dell’ONU lanciarono nella capitale del Kenya un’iniziativa
perché più di tre milioni di portatori del virus
dell’HIV, causata dall’AIDS, ricevano medicine antiretrovirali
prima della fine del 2005.
La
campagna "Tre milioni per il 2005"(conosciuta anche
come "3 per "5), dell’Organizzazione Mondiale della
Salute (OMS) e il Programma Unico delle Nazioni Unite per l’HIV/AIDS,
è "un piano d’azione per nazioni, istituzioni e per
tutti i popoli, compresi quelli che vivono con HIV".
Così
disse il direttore generale aggiunto dell’OMS incaricato della
lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria, Jack Chow, nel
presentare il 1 dicembre 2003 la campagna in Nairobi. L’ultima
meta del "3 per "5 è raggiungere il trattamento
universale per il 2012.
Secondo
le statistiche dell’OMS e del ONU /AIDS, 40 milioni di persone
vivono oggi con l’HIV, il 95 per cento di questi in paesi in via
di sviluppo. I tre quarti – vale a dire, 29 milioni – risiedono
nell’Africa subsahariana.
D’altra
parte, sei milioni di persone nei paesi in via di sviluppo necessitano
di farmaci antiretrovirali, i più efficaci per ritardare
lo sviluppo dell’AIDS e prolungare così la vita dei portatori
del virus.
Però
solo 400.000 possono sottomettersi al trattamento, con il quale
la maggioranza dei tre milioni di persone che saranno morte di
AIDS quest’anno potrebbero essere salvate.
Di
recente l’OMS ha approvato l’uso di tre farmaci generici antiretrovirali
per il trattamento della malattia.
La
produzione di copie di farmaci brevettati per curare l’AIDS è
stato un tema controverso negli ultimi anni. Le compagnie farmaceutiche
avvertono che queste copie di farmaci eroderanno i benefici dei
proprietari del brevetto e questo, a sua volta, impedirà
loro la ricerca.
Il
direttore del Programma di Controllo delle Malattie a Trasmissione
Sessuale del Kenia, Kenneth Chebet, applaudì la decisione
dell’OMS affermando "questi nuovi prodotti sono un vantaggio
per i paesi in via di sviluppo, tanto colpiti dall’HIV, e sono
facili da somministrare". "Il dieci per cento dei kenioti
sieropositivi necessitano con urgenza un trattamento antiretrovirale",
aggiunse il funzionario. Più di due milioni dei 30 milioni
di abitanti del paese sono portatori dell’HIV.
Altri
esperti presenti al lancio della campagna criticarono le compagnie
farmaceutiche per il loro mancato impegno nel dedicarsi allo sviluppo
di antiretrovirali di facile somministrazione per bambini. "Abbiamo
bisogno di qualcosa per i bambini, e questa è una grande
sfida per le compagnie farmaceutiche", disse Morten Rostrup,
presidente dell’organizzazione non governativa Medici senza frontiere.
"Anche la riduzione del prezzo", aggiunse, "dovrebbe
essere una priorità delle imprese".
L’OMS
sostenne che c’è stata una sostanziale riduzione del prezzo
degli antiretrovirali offerti ai paesi dell’Africa subsahariana.
Farmaci la cui somministrazione costava 10.000 dollari l’anno
ora può essere comprata per 300.
In
ogni modo, Rostrup crede che il prezzo del trattamento può
essere ulteriormente abbassato, affermando che "ridurre i
prezzi tra i 50 e 70 dollari si può definire realistico".
Mentre,
il direttore dell’Associazione di Persone con AIDS del Kenia,
Rowlands Lenya, si è chiesto: "Potranno i responsabili
smettere di parlare e fare qualcosa?" agiungendo: "Non
dovrebbero dare solo appoggio con dichiarazioni a coloro che stanno
soffrendo. Abbiamo bisogno che i governi, le agenzie internazionali
e le compagnie farmaceutiche cooperino per dare farmaci a coloro
che ne hanno bisogno".
Il
ministro della Salute del Kenia, Charity Ngilu, disse che il suo
paese aspira a che 140.000 sieropositivi ricevano antiretrovirali
per il 2005. In questo momento il governo fornisce questi farmaci
solo a 6.000 pazienti.
La
campagna "3 per 5" si concentrerà nell’assicurare
ai paesi che ne necessitano farmaci ed equipe per la diagnosi.
|